Tumore della prostata: sintomi, diagnosi e opzioni terapeutiche. Scopri come riconoscerlo e le migliori tecniche chirurgiche per il trattamento.
La prostata è una ghiandola che hanno solo gli uomini. E’ posizionata di fronte al retto e produce una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. In condizioni normali, ha le dimensioni di una noce, ma con il passare degli anni o a causa di alcune patologie può ingrossarsi fino a dare disturbi soprattutto di tipo urinario. Questa ghiandola è molto sensibile all’azione degli ormoni, in particolare di quelli maschili, come il testosterone, che ne influenzano la crescita.
Il tumore alla prostata è asintomatico nella maggior parte dei casi. Solo una piccola parte delle persone affette dalla neoplasia in uno stadio avanzato possono avere dei disturbi urinari. Questo tumore si può diagnosticare attraverso un’ecografia, una risonanza magnetica o una biopsia, a seguito di una visita urologica.
La Società Europea di Urologia raccomanda a tutti gli uomini sopra i 45 anni di fare una visita urologica almeno una volta all’anno. Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della prostata è l’età : le possibilità di ammalarsi sono molto scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre vengono diagnosticati in persone con più di 65 anni. Quando si parla di tumore della prostata un altro fattore non trascurabile è senza dubbio la familiarità , il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (padre, fratello eccetera) con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.Non meno importanti sono i fattori di rischio legati allo stile di vita: dieta ricca di grassi saturi, obesità, mancanza di esercizio fisico sono solo alcune delle caratteristiche e delle abitudini negative sempre più diffuse nel mondo occidentale che possono favorire lo sviluppo e la crescita del tumore della prostata.
Sintomi
Nelle sue fasi iniziali, il tumore della prostata è asintomatico. Quando la massa tumorale cresce, può originare sintomi urinari: difficoltà a urinare (in particolare a iniziare) o bisogno di urinare spesso, dolore quando si urina, sangue nelle urine o nello sperma, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo. Spesso i sintomi urinari sopradescritti possono essere legati a problemi prostatici di tipo benigno come l’ipertrofia: in ogni caso è utile rivolgersi al proprio medico e\o allo specialista urologo che sarà in grado di decidere se sono necessari ulteriori esami di approfondimento.
Come si diagnostica il tumore della prostata?
La Società Europea di Urologia consiglia a tutti gli uomini sopra i 50 anni di eseguire almeno 1 volta l’anno un dosaggio del PSA libero e totale e di fare una visita urologica. La visita urologica comprende l’esplorazione rettale attraverso la quale si sente la prostata. Successivamente l’urologo deciderà se è necessario fare ulteriori accertamenti quali una ecografia, una risonanza magnetica multiparametrica o una biopsia prostatica che, ad oggi, rimane il gold standard nella diagnosi di tumore della prostata.
Terapia
L’opzione chirurgica di asportazione radicale della prostata può portare a guarigione in circa l’80 % dei casi trattati ed è consigliata nei pazienti con malattia localizzata, in buone condizioni cliniche e di età inferiore ai 75 anni. Il paziente può scegliere tra tutte le opzioni chirurgiche disponibili, sapendo che danno tutte gli stessi risultati statistici, sia in termini di percentuali di guarigione che di risultati funzionali. Questo vuol dire che il paziente sarà bene che si affidi all’urologo di cui ha piena fiducia, lasciandogli scegliere il trattamento nel quale è più esperto, non dimenticando tuttavia che le procedure mini-invasive come la laparoscopia e robotica che prevedono 4-5 piccole incisioni da circa 1 cm sull’addome riducono drasticamente la possibilità di avere emorragie, il dolore post operatorio, consentendo una dolce convalescenza ed un precoce ritorno (circa 7 giorni) alle attività pre-operatorie. Anche il recupero della continenza urinaria e della potenza sessuale risultano essere piu rapidi dopo intervento mini-invasivo ( rif. Greco F, Wagner S, Hoda MR, Kawan F, Inferrera A, Lupo A, Jurczok A, Reichelt O, Hamza A, Fornara P: Laparoscopic vs open retropubic intrafascial nerve-sparing radical prostatectomy: surgical and functional outcomes in 300 patients. BJU Int 2010; 106:543-7).
L’intervento di prostatectomia radicale eseguito per via laparoscopica consiste nell’asportazione radicale di prostata e vescicole seminali attraverso 5 fori nei quali viene introdotta una telecamera e gli strumenti; se indicato, vengono anche asportati i linfonodi iliaci e otturatori.
L’ intervento di prostatectomia si prefigge l’ obiettivo di asportare interamente la prostata circoscritta nella sua capsula insieme con le vescicole seminali. La procedura laparoscopica può essere eseguita sia per via extraperitoneale che per via transperitoneale.
I principali vantaggi della prostatectomia radicale laparoscopica rispetto alla prostatectomia radicale in termini di risultati operatori sono:
Minore perdita di sangue e minore ricorso all’ emotrasfusione
Minore morbilità peri-operatoria
Minore utilizzo di farmaci antidolorifici
Minore tempo di degenza e convalescenza più precoce
Ritorno all’ attività lavorativa minore
Tempo di caterizzazione migliori risultati estetici
Il dolore post operatorio è praticamente assente e comunque facilmente controllabile con un blando analgesico. L’alimentazione viene ripresa il giorno dopo l’intervento. Ci si alza da soli il giorno dopo l’intervento. La dimissione può già avvenire in 3a giornata. Il catetere viene rimosso in 6a giornata. Le normali attività lavorative possono essere riprese tra la 12a e la 15a giornata postoperatoria.
La continenza immediata è generalmente buona, se vi è fuga d’urina questa tende a scomparire spontaneamente nel giro di poche settimane. La percentuale di pazienti perfettamente continenti a 1 anno è del 95%. Nel caso in cui l’incontinenza persista oltre i tre mesi è possibile eseguire un ciclo di riabilitazione del piano perineale per il recupero totale della continenza. Questi buoni risultati sulla continenza sono dovuti alla possibilità di avere una dissezione uretrale molto precisa e minuziosa.
In presenza di un tumore a basso grado, confinato e con PSA < 10, si procede in pazienti sessualmente attivi alla conservazione dei nervi erigendi con tecnica nerve-sparing. Ciò può permettere una ripresa spontanea delle erezioni. Qualora ciò non sia possibile, in alternativa si può reimpiantare il nervo surale.