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Esami ormonali e fertilità maschile: diagnosi e prevenzione per la salute riproduttiva

Scritto da Centro Salute Uomo | Sep 19, 2024 3:51:30 PM

Scopri l'importanza degli esami ormonali nella diagnosi dell'infertilità maschile. Approfondisci come il dosaggio ormonale, lo spermiogramma e un approccio multidisciplinare possono aiutare a valutare e preservare la salute riproduttiva e generale.

Gli esami ormonali sono un importante strumento diagnostico in caso di ridotta fertilità di coppia, condizione non rara e che, all’interno di essa, spesso ha una causa riconducibile al maschio.

La pratica clinica suggerisce che, in presenza di infertilità protratta, sia utile effettuare un dosaggio ormonale oltre che un ecocolordoppler scrotale.

Circa l’11% dei pazienti soffrono di infertilità completa (azoospermia e/o anejaculazione)

In altri casi si riscontra una infertilità ridotta caratterizzata da un minor numero di spermatozoi nel liquido seminale con alterazione della forma e motilità  (Oligo-Asteno-Teratospermia).

Fra la cause riconoscibili di infertilità maschile (riportati da queste casistiche tratte dalla pratica clinica), si notano testicoli ritenuti (bilaterali), varicocele, presenza di autoanticorpi, tumori, ipogonadismo (alterazioni dei dosaggi ormonali – genericamente, si definisce ipogonadismo una condizione in cui il testicolo non riesce a produrre una quantità adeguata di Testosterone, che è l’ormone maschile per eccellenza, associato in genere anche ad alterata Spermatogenesi), Sindrome di Klinefelter, alterazioni gravi dell’erezione e della eiaculazione, ostruzione delle vie seminali, infezioni seminali.

In tutti i casi è importante avere delle analisi ormonali complete, sia dell’uomo che della donna, effettuando un dosaggio ormonale.

La funzione testicolare e il dosaggio ormonale

La funzione testicolare e quindi la produzione di Testosterone e la spermatogenesi è controllata dall’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli, che l’organismo espleta attraverso l’ipofisi a partire dall’ipotalamo. L’ipotalamo è una parte dell’encefalo, situata alla base del cervello, che secerne i cosiddetti “releasing factors” (GnRH), cioè dei fattori ormonali che agiscono sulla ipofisi, appena sottostante.

Così stimolata, la ipofisi secerne due ormoni, chiamati FSH e LH (gonadotropine ipofisarie) che stimolano i testicoli. L’FSH stimola il tessuto testicolare a produrre gli spermatozoi (a partire da particolari cellule embrionali progenitrici); l’LH stimola il tessuto testicolare (agendo su altre cellule, le cosiddette cellule di Leidig) a produrre Testosterone. Gli spermatozoi e il testosterone così prodotti agiscono a loro volta in senso inibente sull’ipofisi, in modo da mantenerne equilibrata la produzione (meccanismo di feed back).

È evidente che un dosaggio ormonale che evidenzi un deficit di FSH (e/o di LH) pone in risalto una condizione di infertilità.

Quali sono gli esami da fare per il dosaggio ormonale?

Gli sono gli esami ormonali dovrebbero comprendere:

  • FSH e LH (ormoni ipofisari);

  • Testosterone totale e libero; 

  • Prolattina;

  • Estrogeni (estradiolo);

  • ormoni tiroidei (TSH, la triiodotironina T3 e la tiroxina T4).

 

Per effettuare il dosaggio ormonale è molto semplice: basta un normale prelievo di sangue venoso dal braccio, come in qualunque esame ematochimico.

Prima di effettuare i dosaggi ormonali sarebbe opportuno sospendere l’assunzione di sostanze che potrebbero influenzare i risultati, quali:

  • vitamina D;

  • Zinco;

  • integratori alimentari utili a sostenere i livelli ormonali;

  • farmaci ormonali.

Inoltre è importante evitare di svolgere attività fisica nelle 24 ore precedenti il prelievo venoso. L’esercizio fisico, in particolare quello con pesi, può influenzare i livelli di Testosterone.

 

Il dosaggio ormonale deve essere sempre associato all’esecuzione di uno spermiogramma, che rappresenta un esame diagnostico del liquido seminale per valutare la qualità degli spermatozoi, il loro numero, la loro forma e motilità. 

Sebbene il più delle volte gli uomini ricorrano a questo esame solo a fronte di problemi di fertilità nella coppia, e quindi quando stanno cercando di avere figli, già in età adulta, lo spermiogramma dovrebbe essere considerato un esame di routine per valutare e preservare non solo la fertilità, ma la salute in generale.

 

Affinché lo spermiogramma dia risultati affidabili, è necessario seguire una corretta preparazione, che consiste in: 

  • astinenza sessuale prima dell’esame per 4-5 giorni;

  • sospensione di eventuali terapie farmacologiche (antibiotici e antinfiammatori) per un tempo congruo prima della raccolta;

  • raccolta del campione in contenitore sterile, senza alcuna perdita di materiale (la gran parte degli spermatozoi è infatti emessa nella prima parte dell’eiaculato); 

  • consegna materiale subito dopo la raccolta, entro 1 ora (accertandosi che non abbia subito sbalzi di temperatura).

 

Proprio perché il liquido seminale è molto sensibile a diversi fattori esterni, se dovessero comparire delle anomalie è indicato ripetere l’esame più di una volta.

Una volta prelevato il campione, in laboratorio verranno analizzate diverse componenti e caratteristiche del liquido seminale, con l’obiettivo di dare un quadro generale sulla fertilità e sulla salute maschile in generale. L’analisi iniziale è di tipo macroscopico, in cui vengono presi in considerazione parametri come:

  •  il volume: il livello normale è tra gli 1,5 e i 5 ml; in caso di valori più bassi o più alti si parla di ipoposia e iperposia);

  •  il colore;

  •  la fluidificazione;

  • la viscosità

 

Un’analisi di tipo microscopico permette invece di avere informazioni più dettagliate sulla componente cellulare, ossia sulle singole caratteristiche dello sperma:

  • concentrazione degli spermatozoi (densità o conta spermatica): un livello normale è considerato superiore a 15 milioni di spermatozoi per ml. In caso di valori più bassi si parla di oligospermia o, in assenza totale di spermatozoi, di azoospermia;

  • mobilità degli spermatozoi: almeno il 32% dovrebbe avere una normale mobilità, se questo non accade si parla di astenospermia;

  • morfologia degli spermatozoi: si definisce teratozoospermia la presenza di una percentuale superiore al 96% di spermatozoi di forma anomala.

 

Grazie alla ricerca in campo urologico, oggi sappiamo infatti che la totale mancanza o la ridotta presenza di spermatozoi è anche un fattore predittivo dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, metaboliche e tumorali nel corso della vita. Ecco perché prendersi cura della salute riproduttiva maschile, che inizia proprio da un’analisi del liquido seminale, è fondamentale e dovrebbe cominciare fin dal raggiungimento della maggiore età.